Archive for October, 2006

Intervallo

Nell’ultimo, ormai antico, post avevo assicurato che avrei scritto qualcosa di nuovo entro le successive ventiquattr’ore.

Beh, sono state ventiquattr’ore piuttosto lunghe, a quanto pare. Non voglio giustificarmi. O meglio, sì, vorrei giustificarmi con qualche scusa inattaccabile che mi faccia sembrare meno pigra e inconcludente di quanto non sia, ma mi manca il materiale. Potrei dire di essere stata molto impegnata con lo studio, che sarebbe anche vero; potrei ricordare che passo poco tempo a casa, e anche quella è pura verità. Ma la realtà è che non ci sono con la testa, mi va di isolarmi un po’ e allora tiro (più o meno involontariamente) fuori quella tiraculaggine che è notoriamente uno dei miei peggiori difetti. Mi butto e poi tiro i remi in barca, a fasi alterne. Io mi conosco e non mi sforzo neanche di migliorare.

Per il momento sono in pausa.

Stop me if you think you’ve heard this one before

Lo so che tre righe piazzate lì non fanno un post. Ma ho davvero tanto da fare e sto passando davvero troppo poco tempo a casa per mettere insieme un pensiero dotato di senso, uno che valga la pena condividere. Ci proverò nelle prossime ventiquattr’ore. Nel frattempo, le mie uniche attività degne di nota sono studiare e drogarmi di musica (ho di nuovo diciassette anni?!).

Fra l’altro (alla buon’ora, dirà qualcuno) ho scoperto gli Smiths.

Così. Tanta. Bellezza.

Lo ammetto: è un mero riempitivo. Non volevo lasciare il blog abbandonato troppo a lungo, mi dispiace pensare che nei prossimi giorni, mentre mi trasborderò arruffata da un treno all’altro e giocherò alla filologa romanza con un misto di imbarazzo e interesse etologico per la fauna da convegno, gli sparuti passanti che faranno capolino sulla mia paginetta debbano sbattere il muso contro il solito post ammuffito e rancido.

E allora appiccico questo video, che tenevo lì da un po’ e che mi ha sempre arrotolato lo stomaco e quasi strizzato fuori una lacrimuccia. Un po’ è colpa della musica, un po’ è perché lì trovo quella meraviglia, quello stupore da bambini di cui si parlava un paio di commenti fa. Ecco che cosa desidero; tirarmi un poco indietro, dissociarmi da me e dal mondo, diventare puro sguardo e lasciarmi attraversare dalla bellezza che è dappertutto. Dissolvermi. Non sempre. Ogni tanto. Adesso, magari.

[Annoto: c’è una canzone di Niccolò Fabi che sto ascoltando a ripetizione, e che secondo me ha una una sorta di sotterranea sintonia con questo tema, con il senso di rivelazione e accettazione che si prova (almeno, io provo) a volte davanti alla realtà così com’è, nuda, semplice, assoluta e perfetta. Si chiama Oriente ed è molto bella, merita almeno un ascolto.]