Sincronicità

 Synchronicity is a word coined by the Swiss psychologist Carl Jung to describe the “temporally coincident occurrences of acausal events.”

[…] It differs from coincidence in that synchronicity implies not just a happenstance, but an underlying pattern or dynamic that is being expressed through meaningful relationships or events.

Ecco perché, qualche anno fa, mi sono imbattuta in questo

mentre leggevo questi:

L’ultimo l’ho prestato, e non è mai tornato indietro (peccato mortale compiuto da una mia cara amica). Non ho il coraggio di ricomprarlo, tanto non lo rileggerò mai, e mai più sfoglierò i due libri rimasti: mi hanno fatto piangere come una fontana, cosa che non è da me e non mi si addice (ricordo distintamente un’immagine orribile: io, in treno, infagottata nel cappotto, che leggo con le lacrime che mi rigano le guance, mentre una signora seduta di fronte a me mi scruta con disgusto. Erano tempi bui, è vero, ma è comunque una scena indecorosa).

Sono i libri più terrificanti che abbia mai letto, e mi sconvolge l’idea che siano considerati letteratura per ragazzi: meravigliosamente concepiti e scritti, ma strazianti. Mentre li leggevo avevo la sensazione che non ci fosse più speranza al mondo. I due supersiti li ho nascosti in fondo ad uno scaffale, perché la loro sola presenza mi inquieta.

Anche il video di “Check the meaning” mi ha capovolto l’animo. Credo che il senso profondo sia lo stesso: il divino che irrompe nel quotidiano, non come luminosa epifania, ma come ineluttabile constatazione che i fondamenti stessi dell’universo stanno cadendo a pezzi (un uomo trova un angelo: ma è un angelo morto; e quando gli angeli cominciano a morire vuol dire che il mondo sta finendo). [Sensazioni simili le ho provate vedendo non so quale puntata di Neon Genesis Evangelion, quando un Eva si “sveglia” e gli umani impotenti lo osservano divorare la carcassa dilaniata di un angelo. Ma in realtà tutto NGE parla di questo: il velo della realtà quotidiana che si squarcia per lasciar scorgere l’immenso buio che ci circonda. Il trascendente si rivela solo alla fine, quando né per Dio né per l’uomo c’è più speranza.]

Non so perché tutto questo mi sia venuto in mente in una giornata splendida (sole, fresco, casa vuota e silenziosa) come oggi. Non c’è motivo. Comunque presto uscirà il primo film tratto da “Queste oscure materie”, e so che andrò a vederlo e resterò angosciata per un po’. Angoscia catartica, spero.

[Alla sincronicità dovrei dedicare un po’ più di riflessione, è uno di quei bei concetti cosmici che mi piacciono tanto. Ho letto da qualche parte che Jung la definiva un'”esplosione di significato”, improvvisa e inaspettata. Anche lì, il velo che si squarcia; la grande mano di Dio che rompe la volta del cielo; il mondo tridimensionale che si dispiega in una quarta (e una quinta, e una sesta…) dimensione. Affascinante. Affascinante e terrificante. Più che altro terrificante. Brrrr.]

4 Comments »

  1. wild_honey Said:

    anche la sorella di babs stava leggendo un libro di pullman, ma da come me l’ha raccontato lei l’ho trovato così improbabile e angosciante che ora sono sinceramente stupita per la tua descrizione… ^_^?

  2. sick sugar Said:

    beh, improbabile è improbabile, è fantasy

    però non fantasy con elfi, nani & c., è una sorta di allegoria filosofico-religiosa tutta intrisa di angoscia teologica (pullman è uno degli scrittori del circolo di oxford di cui ha fatto parte anche tolkien: tutta gente coltissima e profonda).

    non lo rileggerei più perché ci sono stata troppo male, ma UNA lettura la merita sicuramente, a mio parere.
    oppure aspetta il film, così ti fai un’idea 🙂 (sperando che non sia la solita p*****ata)

  3. wild_honey Said:

    fantasy? lei mi parlava di una tizia che nella londra dell’800 faceva un lavoro da uomo ed era madre single (inverosimileinverosimileinverosimile) fino a quando non arrivava un tizio e le portava via tutto… *pensieroso* che abbia sbagliato autore? *pensieroso*

  4. sick sugar Said:

    direi che non è uno dei libri cui mi riferivo io

    però pullman ha scritto anche altre cose, e molte non fantasy, magari il romanzo che ha letto la tua amica è comunque suo


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